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ASSOAMBIENTE chiede intervento Autorità Garante
"Sulla vicenda della realizzazione del termovalorizzatore di Salerno solleciteremo l’attenzione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Nella gestione del ciclo dei rifiuti il ricorso a gara costituisce una duplice garanzia: tutela i cittadini da inefficienze e sprechi e garantisce la libera concorrenza sul mercato e quindi l’innalzamento della qualità dei servizi".Con questa dichiarazione Assoambiente interviene nella polemica avviata nei giorni scorsi da Federambiente (la Federazione che raggruppa le aziende di servizio pubblico) sulla gara per la realizzazione del termovalorizzatore a Salerno.
A contestare la gara nei giorni scorsi e a chiederne l’annullamento sono state proprio quelle aziende del servizio pubblico che oggi operano in mercati condizionati da monopoli di fatto, in cui il controllore (cioè il Comune) è anche il controllato, in quanto proprietario dell’azienda che fornisce il servizio.
L’allineamento alle direttive comunitarie di liberalizzazione, come evidenziato nel recente Parere dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (11 giugno 2008), viene troppo spesso visto solo come un obbligo da adempiere, e non una opportunità di sviluppo del tessuto produttivo, ribadisce ancora Assoambiente.
Anche il sindaco della città di Salerno, Vincenzo De Luca, intervistato dal Sole 24 ore, ha denunciato "l’obiettivo lampante da parte di alcune municipalizzate di forzare la mano, spingere al rifiuto dell’offerta ricevuta e arrivare ad una trattativa privata".
"Alle gare nel nostro settore, visti i requisiti professionali richiesti e le tecnologie e gli investimenti necessari, partecipa solitamente un limitato e qualificato di operatori", rileva Assoambiente, sottolineando che le carenze di un adeguato sistema impiantistico per lo smaltimento rischiano di generare una emergenza nazionale.
Il "socialismo municipale" è stato più volte denunciato da Confindustria per l’impoverimento del tessuto produttivo che determina, e recentemente anche dalla Corte dei Conti (con Deliberazione 13/2008) per la scarsa trasparenza dei bilanci comunali e per i disavanzi, spesso disastrosi, che produce a danno della collettività.
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